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Introduzione
La sicurezza alimentare è un pilastro fondamentale della stabilità economica e sociale in Occidente. Tuttavia, in un’epoca in cui i conflitti asimmetrici stanno ridefinendo le minacce alla sicurezza nazionale, le filiere alimentari si trovano ad affrontare rischi sempre più gravi. Epidemie come la Peste Suina Africana (PSA), la Peste dei Piccoli Ruminanti (PPR) e l’Influenza Aviaria non rappresentano solo pericoli biologici, ma potrebbero essere utilizzate come vere e proprie armi in una guerra ibrida. Potenze anti-occidentali e anti-NATO potrebbero sfruttare queste malattie per colpire le filiere alimentari e destabilizzare l’intero sistema occidentale in caso di conflitto. In questo contesto, è fondamentale comprendere le modalità di propagazione di queste patologie e sviluppare strategie efficaci per prevenire e mitigare tali minacce.
La Peste Suina Africana (PSA) è una malattia virale altamente contagiosa che colpisce i suini domestici e selvatici. Non rappresenta un pericolo diretto per la salute umana, ma ha un impatto devastante sull’economia agricola. Il virus, che può sopravvivere per lunghi periodi nell’ambiente e in prodotti suini trasformati, è resistente alle temperature estreme e può essere trasportato su lunghe distanze attraverso animali infetti, prodotti alimentari contaminati o vettori meccanici come gli insetti.
In Cina, la PSA ha avuto un impatto catastrofico dal 2018, quando il primo focolaio venne segnalato. In poco tempo, l’epidemia si è diffusa in tutte le regioni del paese, decimando il patrimonio suino nazionale. Secondo dati della FAO, tra il 2018 e il 2019 la popolazione suina cinese è diminuita di circa il 40%, una perdita di oltre 100 milioni di suini . Questo ha avuto conseguenze dirette sulla produzione di carne suina, con una riduzione significativa dell’offerta e un conseguente aumento dei prezzi a livello globale.
L’impatto della PSA in Cina ha messo in evidenza diverse vulnerabilità delle filiere alimentari globali:
La Peste dei Piccoli Ruminanti (PPR), nota anche come “peste dei ruminanti minori”, continua a rappresentare una grave minaccia per l’agricoltura e la sicurezza alimentare. Di recente, la malattia ha causato un aumento significativo di focolai in Europa, colpendo duramente la Grecia e la regione del Mar Nero. Tra luglio 2023 e luglio 2024, la Grecia ha riportato 13 focolai, principalmente nella regione della Tessaglia, e la malattia si è diffusa anche in Romania, con 6 focolai registrati nella regione costiera del Mar Nero.
Questa malattia, che ha portato alla morte di migliaia di capi di bestiame, minaccia non solo la produzione agricola, ma anche la stabilità economica delle regioni colpite. L’origine esatta di questi focolai rimane incerta, ma è chiaro che la PPR continua a espandersi, alimentata da fattori come il commercio informale di animali e le carenze nelle misure di biosicurezza. Gli allevamenti in Grecia e Romania, tra i più grandi in Europa, hanno subito gravi perdite, con oltre 2.500 animali abbattuti e migliaia di test ancora in corso.
Questa nuova ondata di PPR sottolinea l’importanza di un’azione coordinata a livello europeo per prevenire la diffusione della malattia e proteggere i mezzi di sussistenza delle comunità rurali. La continua sorveglianza, l’isolamento dei focolai e il rafforzamento delle misure di biosicurezza sono fondamentali per contenere questa minaccia crescente.
Le lezioni apprese dalle epidemie di PSA e PPR in Cina sono altamente rilevanti per le filiere alimentari occidentali. In uno scenario di guerra ibrida, attori statali o non statali potrebbero sfruttare queste vulnerabilità per colpire le economie occidentali:
La storia recente delle epidemie di PSA e PPR in Cina serve da monito per le filiere alimentari occidentali. In un contesto di guerra ibrida, queste patologie rappresentano non solo una minaccia biologica, ma anche un potenziale strumento di destabilizzazione economica e sociale. È imperativo che l’Occidente impari da questi esempi e sviluppi strategie efficaci per proteggere le sue risorse alimentari da possibili attacchi di questo tipo.
L’Influenza Aviaria è una malattia virale altamente contagiosa che colpisce principalmente gli uccelli, ma può anche infettare l’uomo. I virus H5N1, H5N6, e H7N9 sono tra i sottotipi più pericolosi, noti per la loro alta virulenza e mortalità. L’Influenza Aviaria si diffonde principalmente attraverso il contatto con uccelli infetti, le loro secrezioni, o ambienti contaminati. Gli uccelli migratori svolgono un ruolo cruciale nella diffusione internazionale del virus.
Negli ultimi anni, i focolai di Influenza Aviaria si sono intensificati, con il virus H5N1 che ha causato 258 infezioni umane e 141 morti nella regione del Pacifico occidentale tra il 2003 e il 2024. Le infezioni umane rimangono sporadiche, ma il rischio di trasmissione zoonotica persiste, alimentato dalla continua circolazione del virus tra gli uccelli.
L’epidemia globale di Influenza Aviaria è esplosa negli ultimi anni, colpendo sia l’Asia che l’Europa con una violenza senza precedenti. Nel 2023, l’Europa ha registrato uno dei suoi peggiori focolai, con milioni di volatili abbattuti per contenere il virus. Le conseguenze economiche sono state enormi, con una perdita massiccia nel settore avicolo, aumento dei prezzi e interruzioni nelle catene di approvvigionamento alimentare.
Nel 2024, l’Influenza Aviaria continua a rappresentare una minaccia significativa, con focolai segnalati in vari paesi. I virus H5N1 e H5N6 hanno causato infezioni umane e animali in diverse regioni, portando le autorità sanitarie a rafforzare le misure di sorveglianza e contenimento. La Cina, in particolare, ha visto una crescita delle infezioni umane da H5N6, con un tasso di mortalità del 61%, evidenziando l’estrema pericolosità del virus.
L’Influenza Aviaria non è solo una minaccia sanitaria ma, in un contesto di guerra ibrida, potrebbe essere sfruttata come arma biologica. La diffusione intenzionale di ceppi altamente patogeni potrebbe devastare le filiere alimentari occidentali, portando all’abbattimento di milioni di volatili, destabilizzando l’economia e creando panico tra la popolazione. La diffusione del virus potrebbe essere orchestrata per massimizzare l’impatto, colpendo regioni strategiche e causando interruzioni nelle catene di approvvigionamento alimentare globali.
L’Occidente deve considerare seriamente questa possibilità e rafforzare le proprie difese biologiche per prevenire e mitigare gli effetti di tali attacchi. Le strategie di risposta rapida, la cooperazione internazionale e l’implementazione di rigidi protocolli di biosicurezza saranno essenziali per proteggere le filiere avicole e mantenere la stabilità economica e sociale.
Le epidemie recenti di Influenza Aviaria dimostrano quanto sia fragile il sistema alimentare globale di fronte a patogeni altamente contagiosi. In uno scenario di guerra ibrida, l’Influenza Aviaria potrebbe essere sfruttata per infliggere danni significativi all’Occidente. È imperativo che le nazioni occidentali rafforzino le loro capacità di risposta e migliorino la sorveglianza per proteggere le loro filiere alimentari da questa minaccia incombente.
La guerra ibrida rappresenta una forma di conflitto moderna e complessa, che combina tecniche convenzionali e non convenzionali per indebolire l’avversario senza un confronto diretto. Questa strategia include l’uso di attacchi informatici, propaganda, sabotaggio economico e, potenzialmente, armi biologiche. In questo contesto, le filiere alimentari diventano un obiettivo critico, poiché la loro vulnerabilità può essere sfruttata per destabilizzare la sicurezza economica e sociale di un paese.
Nell’ambito della guerra ibrida, gli attori ostili possono prendere di mira le filiere alimentari in vari modi:
Le filiere alimentari occidentali sono altamente integrate e dipendono da complessi sistemi di produzione e distribuzione. Questi sistemi, sebbene efficienti, sono anche vulnerabili a interruzioni causate da attacchi mirati. La globalizzazione ha portato a una crescente interdipendenza tra le economie, rendendo qualsiasi attacco a una filiera alimentare di un paese potenzialmente devastante per l’intero sistema alimentare globale.
Nel contesto di un conflitto asimmetrico, potenze anti-occidentali potrebbero sfruttare queste vulnerabilità per infliggere danni significativi. Ad esempio:
In uno scenario di guerra ibrida, è essenziale considerare come potrebbero essere orchestrati tali attacchi e quali misure possono essere adottate per mitigare i loro effetti. Alcuni scenari plausibili includono:
Per proteggere le filiere alimentari occidentali da minacce asimmetriche, è necessario adottare una serie di misure preventive e di difesa:
La guerra ibrida rappresenta una minaccia concreta e complessa per le filiere alimentari occidentali. Le potenze ostili possono sfruttare le vulnerabilità di questi sistemi per destabilizzare intere economie e società. È imperativo che l’Occidente adotti un approccio proattivo, rafforzando le proprie difese e migliorando la resilienza delle filiere alimentari di fronte a queste nuove forme di conflitto.
La protezione delle filiere alimentari occidentali richiede un approccio integrato che combini sicurezza cibernetica e biosicurezza agricola. Le filiere alimentari moderne sono altamente digitalizzate, con sistemi di gestione, distribuzione e produzione che dipendono da reti informatiche. Un attacco cibernetico mirato potrebbe compromettere questi sistemi, causando interruzioni nella distribuzione o manomissioni nelle catene di approvvigionamento. Per questo motivo, è essenziale implementare protocolli di sicurezza avanzati che includano:
Sul fronte della biosicurezza, è cruciale migliorare la sorveglianza delle malattie animali e implementare rigidi protocolli di contenimento. Questi includono:
La natura transnazionale delle minacce impone una cooperazione internazionale stretta tra i paesi occidentali e le organizzazioni internazionali come l’OMS, la FAO e l’OIE. La condivisione delle informazioni è fondamentale per rilevare tempestivamente focolai di malattie e per coordinare le risposte globali. Alcune iniziative chiave includono:
Un altro elemento cruciale per la difesa delle filiere alimentari è la comunicazione pubblica efficace. La disinformazione può amplificare l’impatto di un attacco, generando panico e sfiducia tra i consumatori. Le strategie di comunicazione devono quindi:
L’innovazione tecnologica gioca un ruolo chiave nel rafforzamento delle difese contro le minacce asimmetriche. La ricerca e lo sviluppo di nuove tecnologie possono offrire soluzioni avanzate per la protezione delle filiere alimentari:
Le strategie di prevenzione e difesa contro le minacce della guerra ibrida alle filiere alimentari occidentali richiedono un approccio multidimensionale. La combinazione di sicurezza cibernetica, biosicurezza, cooperazione internazionale, comunicazione efficace e innovazione tecnologica è essenziale per proteggere le risorse alimentari in un contesto di conflitto asimmetrico. Solo attraverso un impegno collettivo e coordinato sarà possibile mitigare i rischi e garantire la continuità della sicurezza alimentare.
DEFRA, “Peste des petits ruminants in Greece and the Black Sea Basin,” July 2024.
WHO, “Avian Influenza Weekly Update Number 961,” 23 August 2024.
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